martedì, luglio 22, 2008

Amici, complici, amanti...Stupendo!!!

Qui sotto c'è il monologo che viene fatto da "Arnold" ovvero Harvey Fierstein grandissimo attore teatrale americano, in quello che io penso sia il più bel film di tutti i tempi. La storia ve la leggete al link del titolo, o diversamente se lo cercate su google lo trovate sicuramente. Vi consiglio di noleggiarlo... o scaricarlo se non lo trovate in qualche videonoleggio!
Ma è così bello che il solo fatto d'aver trovato il monologo iniziale non sto più nella parrucca... che sia ristretta lavandola? Boh! Intanto godetevi questi versi!
:-))

Io credo che il mio problema maggiore sia quello di essere giovane e bello.
Mmh… è’ un problema perché non sono né giovane né bello. Oh, sono stato bellissimo e sono stato anche giovane, ma mai le due cose insieme… tanto non se ne è mai accorto nessuno.
Vedete, uno psicanalista amico mio ritiene che sia questa la ragione dell’attrazione che esercito su certi uomini sottilmente descritti come vecchi e orrendi; secondo me sottovaluta la mia mignottaggine. E’ che… un tizio brutto che va dietro a un tizio carino rimedia rogne e basta, ma una persona carina che corteggia un tizio brutto, i soldi del taxi almeno li rimedia!
Anch’io mi sono invaghito di un bel faccino, ma quando les jeux sont faits… datemi un rospo con una pignatta d’oro e io vi assicuro tre pasti al giorno, perché tesori, tanto sono tutti quanti rospi quando si spegne la luce. O è abbondanza, o è carestia: è della luce che dovete aver paura! E’ la verità: una cosa bella te la godi fino a quando non spunta l’alba. (dà una boccata alla sigaretta)
C’è un’altra specie dalla quale dovete stare molto alla larga: i disperati. I disperati si dividono in tre grandi categorie: gli sposati, quelli di passaggio per il fine settimana, gli irrimediabilmente eterosessuali. E queste avventure sono le peggiori.
Uno ci si arrischia, con gli occhi bene aperti, conoscendone tutte le limitazioni, accettandole con grande maturità. E patapumfete, ti ritrovi a scrivere alle rubriche dei cuori infranti o a consultare decine di chiromanti. E vai in giro chiedendoti “ma che mi è capitato?”
Te lo dico che ti è capitato: hai avuto quello che cercavi: uno che si crede tanto maturo da poter gestire un rapporto già disperato in partenza è un masochista come chi fa arricchire gli editori di romanzi dell’orrore solo per il gusto di leggere roba che li spaventa.
Uhm.. che ve ne pare… favolosa, eh? (sollevando una sciarpina sul viso). Un po’ di pazienza, i lavori sono ancora in corso!
Per quanti di voi non l’hanno ancora indovinato, io sono un travestito… o quello che ne rimane. Sono nota con il nome di Virginia Ham, come a dire “Virginia la Prosciuttona” ma ce ne ho avuti tanti di nomi di battaglia: Allah Me Lo Mett, Cucca Mi Lano, Chiara Veggente, Gola Profonda, Bang Bang La Desh… Sì, sono un esemplare di una specie in estinzione. Quando la Costituzione riconoscerà ai gay l’uguaglianza, io e quelli come me ci ritroveremo spazzati sotto al tappeto, proprio come i neri hanno fatto con lo Zio Tom. Ma va bene così.
Ehi, con questa faccia e questa voce di che cosa mi sto a preoccupare? Posso sempre fare lo scaricatore di porto!
Ci sono cose più facili a questo mondo del mestiere del travestito… ma io non ho altra scelta… perché… per quanto io ci provi… non riesco a camminare senza tacchi! (risata)
Sapete, una volta c’era un tizio, si chiamava Charlie. Oh, aveva tutto quel che si può desiderare per un rapporto: era molto alto, bellissimo, ricco, sordo. La sordità era il meglio. Non ha mai strillato con me, non si è mai lamentato perché russavo, aveva amici calmi e tranquilli. Ho anche imparato qualcosa del linguaggio a segni. Oh, me ne ricordo ancora qualcuno: “scarafaggio”, questo è “fottere”. Ah, questo è il mio preferito. Vuol dire “io ti amo”. E io l’amavo davvero, però “non” “abbastanza”.
Vedete, nella mia vita sono stato a letto con più uomini di quanti ne nomini la Bibbia, vecchio e nuovo testamento insieme. E mai una volta che uno abbia detto “Arnold, io ti amo” in modo convicente. E allora io mi domando: ci tieni sul serio? E in fondo l’unica risposta sincera che riesco a darmi è: sì, ci tengo. Ci tengo moltissimo. Ma “non” “abbastanza”.

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